Chiunque tu sia: viandante, povero, straniero: «Haec est Porta Coeli». La Santa Pasqua "è questa Porta del Cielo": è un varco, è un pertugio di bellezza, di amenità, di incanto, di magnificenza e di splendore fra cielo e terra. E' come il vento leggiadro che passa per una fenditura e più propriamente è il luogo dove l’uomo contemporaneo e l'uomo di sempre, assetato di senso e bramoso di conoscere la verità, può finalmente trovare o ri-trovare la terra promessa, quale segno della provvidente e munifica passione del Creatore per la sua creatura. Nella nostra società occidentale, massificata e stordita dal suo frenetico vorticare, l’idea della morte crea una reazione di rifiuto, di diniego, di ricusa, di orrore e di strazio. La morte non è assimilabile, non è accettabile, non è contemplabile, non può essere pronunciata la parola morte e si cercano parole sostitutive, parole suppletive, parole che somigliano a surrogati, sì scalcinati e raschiati: (è andato, è volato in cielo, non è più con noi). Questa società cerca la vita o almeno l’illusione della vita a tutti i costi.
Questa è la vita e questa è la morte! Ecco la precarietà di una esistenza materiale che può essere spazzata via, annientata e spezzata in pochi secondi. Morire è un po’ come cambiare stanza. E' un andare nella stanza accanto. Non assenza assoluta, ma passaggio e transito in una dimensione altra, in un'altra entità. E' il proseguire e l'estendere di un discorso entro uno spazio altro, dimora e sede dell’anima, dove non vi è posto per la fisicità.
L’ascolto della Parola di Dio nonchè una fraterna esperienza di amicizia e di condivisione del proprio dolore alimentano la fede nella non illusoria promessa di vita eterna che il Signore Nostro Gesù Cristo, crocifisso e risorto, consegna alle nostre esistenze. Non si hanno che due e due sole possibilità: o voltarGli le spalle e infischiarsene e fare come se non ci fosse o volgersi a Lui e dirGli il nostro grazie e mettersi alla sua sequela. Ho sempre creduto che nella mia esistenza ci sia un "direttore artistico", un “regista” invisibile. La vita mi ha convinto che Lui mi conosce come nessun altro. Quando seguo le sue indicazioni, le sue avvertenze e i suoi consigli mi ritrovo con le idee più chiare, il buio e l'angoscia si dissolvono come flebili bolle di sapone e sperimento la libertà.
Ascoltarlo è la mia occasione!
Bouquet di fiori in un vaso di Vincent van Gogh 1890
Comments